Giornata Mondiale della Fotografia: l’inventore fu Joseph Niépce

La Giornata Mondiale della Fotografia è un’occasione per celebrare il genio e l’ingegno di Joseph Nicéphore Niépce, il padre della prima fotografia. Questo evento, che ha segnato l’inizio della nostra ossessione per l’immagine, si è verificato nel 1826 quando Niépce ha catturato la prima immagine nella storia della fotografia, nota come “Veduta dalla finestra a Le Gras”.

La sua storia è una testimonianza della perseveranza, della passione per la scienza e della creatività umana. Joseph Niépce è stato un uomo di molti talenti. Nato nel 1765, ha studiato teologia e si è successivamente unito ai rivoluzionari, guadagnandosi il soprannome di Nicéphore, che significa “portatore di vittoria”. Tuttavia, la sua vera passione era la fotografia, e ha trascorso anni a sperimentare con la camera oscura e altre tecniche sperimentali. L’evento epocale si è finalmente verificato nella primavera del 1826 o 1827, quando Niépce ha ottenuto un risultato straordinario.

Dopo un’esposizione alla luce per oltre otto ore, è emersa un’immagine nitida sul suo substrato sensibile: una vista del cortile della sua casa a Le Gras, con un tetto e due edifici ai lati. Questo fu il primo passo verso l’invenzione della fotografia. La scoperta di Niépce è stata una pietra miliare scientifica che ha aperto nuove frontiere nell’ambito dell’immagine e ha dato inizio a ciò che oggi chiamiamo la “cultura dell’immagine”. Tuttavia, il cammino verso il riconoscimento non è stato privo di ostacoli. Niépce sapeva che il suo processo doveva essere perfezionato e aveva collaborato con Louis Daguerre, un famoso pittore che si interessava anche alla fotografia. Nel 1829, i due avevano siglato un accordo di collaborazione, ma la tragica morte prematura di Niépce nel 1833 impedì a lui di vedere i frutti del suo lavoro. Suo figlio Isidoro prese il suo posto.

Louis Daguerre, nel frattempo, aveva apportato miglioramenti al processo e alla tecnologia. Quando presentò ufficialmente l’invenzione il 7 gennaio 1839 all’Accademia di Francia, la notizia sconvolse il mondo. L’invenzione, chiamata dagherrotipo da Daguerre, ebbe un impatto sconvolgente sulla società dell’epoca. Molti erano affascinati dalla nuova tecnologia, ma alcuni erano anche sospettosi, temendo che la fotografia potesse “rubare” l’anima delle persone. Nonostante le opinioni contrastanti, la fotografia divenne rapidamente popolare. Dai laboratori fotografici ai ritratti di famiglia, dalla documentazione giornalistica ai reportage, la fotografia stava diventando una parte integrante della vita quotidiana.

Questa rivoluzione non si limitava alla società, ma coinvolgeva anche l’arte. L’artista Paul Delaroche dichiarò addirittura che “a partire da oggi la pittura è morta”, sottolineando come la fotografia avesse cambiato il panorama artistico. Molti pittori, tra cui Delacroix, Courbet, Manet, Degas e Toulouse-Lautrec, riconobbero il potenziale della fotografia e iniziarono a usarla come strumento per il loro lavoro.

Alcuni artisti divennero fotografi stessi, aggiungendo una sensibilità artistica alla fotografia, dando così vita al movimento del pittorialismo, in cui la fotografia veniva considerata un’arte legittima. Purtroppo, il nome di Niépce fu dimenticato per molto tempo. È stato solo nel 1952 che il fotografo e storico Helmut Gernsheim riscoprì l’unico esistente esemplare della fotografia di Niépce in Inghilterra. Questo ritrovamento ha ristabilito il merito di Niépce come il vero padre della fotografia, restituendo il suo nome nella storia.

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