Lucia Guida è un’autrice di numerose pubblicazioni, tra cui romanzi e non solo. L’intera lista delle sue pubblicazioni è visibile seguendo questo link. Abbiamo avuto il piacere di rivolgerle alcune domande in un’intervista ricca di spunti sia per chi vuole approfondire le proprie letture sia per gli appassionati di scrittura.
– Nel suo romanzo d’esordio, “La casa dal pergolato di glicine”, pubblicato nel 2013, e nel romanzo uscito nel 2021, “Come gigli di mare tra la sabbia”, i titoli rimandano ai fiori. In che modo la natura ispira la scrittura?
Pur amando moltissimo fiori e piante non è questo il motivo per il quale ho scelto di rifarmi al glicine e al giglio di mare nei titoli dei due romanzi che lei ha appena menzionato. Ne “La casa dal pergolato di glicine” volevo ancorare a un punto forte di riferimento il luogo principale in cui si svolge buona parte delle vicende narrate, una villa sulla spiaggia di Santa Severa caratterizzata da una pianta di glicine imponente che sarà ricordata sino alla fine da Marina Federici, protagonista della storia, andando oltre la demenza senile che la funesterà, per delineare l’inizio della sua crescita personale come donna e persona. Nel titolo di “Come gigli di mare tra la sabbia” ho, invece, deliberatamente scelto di chiamare in causa il pancratium maritimum, conosciuto come “giglio di mare” a emblema della capacità di resilienza femminile, specie protetta perché la sua fioritura non è mai scontata e richiede particolari condizioni climatiche per nascere e sbocciare appieno. In seguito ho scoperto che entrambi questi fiori rispondono a una simbologia ben precisa: il glicine è un talismano contro le difficoltà che la vita ci presenta mentre il giglio di mare in alcune regioni italiane è considerato fiore sacro a protezione delle donne e dei bambini
– Ci parli della progettualità femminile al centro dei racconti brevi “Succo di melagrana”.
“Succo di melagrana, storie e racconti di vita quotidiana al femminile” è il mio primo lavoro da solista. Nasce nei primi mesi del 2012 ed è una silloge di racconti composta da sei storie, tre incentrate su episodi collocati nel secolo scorso e tre in epoca contemporanea. Sei donne di età ed epoca diverse si raccontano per il tramite del narratore onnisciente o in prima persona conducendo il lettore attraverso episodi salienti della loro vita per lasciargli la libertà di cogliere (se ne ha voglia) quello che è il messaggio che io ho voluto trasmettere: donna è bello sempre e comunque, al di là di tempi storici differenti, mode, stereotipi e tipizzazioni ricorrenti perché noi abbiamo potenzialmente sempre qualcosa di bello e importante da offrire a noi stesse in primis, se soltanto decidiamo di crederci. Alcuni racconti della raccolta sono arrivati in finale nell’ambito di concorsi letterari nazionali di buon livello e appartengono all’epoca in cui cercavo conferme al di là del mio entourage più prossimo delle mie capacità di affabulatrice. Un punto di partenza accettabile per chi ha voglia di conoscere il periodo di esordio della mia scrittura.

– Quali autori preferisce leggere tra i più noti?
Sono una grande lettrice di Viola Ardone, narratrice che a ottime capacità scrittorie unisce sensibilità e incisività. La mia idea di fondo è che nella scrittura non conti tanto la quantità di ciò che si scrive quanto la qualità. A qualcuno sembrerà una citazione trita ma l’essenzialità in una pagina di bella letteratura secondo me è valore aggiunto alla bontà della storia che si va a dipanare. Tra i grandi del passato amo tantissimo Giorgio Scerbanenco che a trame avvincenti abbina una scrittura pacata ed elegante e un’ironia graffiante che è una ricetta vincente per affrontare la vita con il passo giusto: è un autore che non ha mai tradito le mie aspettative di lettrice, dai tempi della mia adolescenza a oggi
– Qual è la sua personale definizione di cultura?
Citando personaggi molto più illustri di me, Cultura è tutto ciò che resta quando ogni particolare sbiadisce perché tutto ciò che nel trascorrere del tempo abbiamo realmente assimilato compare nei nostri gesti, nel modo in cui parliamo e ci comportiamo. Per un autore si manifesta anche nella sua personale modalità scrittoria. Una specie di summa esistenziale che, nel bene e nel male, contribuiamo più o meno consapevolmente a costruire per tutta la vita.
– La creatività può essere innata o si può acquisire e migliorare con il tempo?
Io credo che sia in parte innata ma che abbia bisogno di essere coltivata e consolidata nel tempo, grazie anche all’incontro in tenera età di persone che credono in questa grande dote: un genitore, un parente, un educatore. Non può nascere all’ultimo minuto, va seminata al momento giusto e poi aiutata a fiorire.
– C’è un momento in particolare della giornata in cui riesce a scrivere, a trovare le idee migliori?
Come ho già raccontato altrove, io sono molto “scolastica” quando scrivo. Credo nella freschezza mentale e quindi scrivo al mattino presto se sono adeguatamente riposata, altrimenti rimando a tempi migliori. Probabilmente questa caratteristica dipende dal mio bioritmo che si esprime al meglio a inizio giornata. Ultimamente ho però preso l’abitudine di registrare idee e riflessioni su ciò che vedo e poi di svilupparle su carta o su un file di word se in quel frangente non posso mettere nero su bianco, mi aiuta a non perdere nell’oblio spunti scrittorii che potrebbero essere interessanti se solo avessi il tempo di svilupparli

– Lei è un’insegnante di lingua inglese, lavora con i ragazzi. Cosa consiglierebbe ad un giovane talento che vorrebbe emergere nella scrittura e diventare un autore?
Intanto di leggere moltissimo e a lungo di tutto, senza pregiudizi di sorta. Leggere ci fa crescere dentro e fuori, ci aiuta a metabolizzare della realtà a noi più vicina anche ciò che talvolta accettiamo con fatica. Funziona da specchio portando in superficie anche aspetti di noi che per pigrizia o per comodità tendiamo a tralasciare, affina l’aspetto tecnico e stilistico del linguaggio scritto. Leggere moltissimo prima di provare a gettare giù una pagina propria è fondamentale. Un bravo autore è anche un formidabile lettore che nei suoi scritti è riuscito a ricreare sotto una nuova veste il pensiero di tutti gli scrittori che lo hanno maggiormente colpito e influenzato. Non c’è scuola di scrittura che possa sostituirsi a quest’opera paziente, lo dico con molta serenità in un’epoca in cui si scrive in tanti ma si legge relativamente in pochi. Forma e contenuto non possono prescindere da eredità “altre” da noi. Nella scrittura nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma, parafrasando un celebre principio di Lavoisier. Nessuno scrittore, anche il più innovativo, può avere la pretesa di aver ideato un nuovo stile di narrazione
– Il sapere è infinito, su cosa le piacerebbe approfondire la sua conoscenza?
In questo momento della mia vita sto approfondendo la conoscenza della lingua e della cultura giapponese in senso ampio. Per il resto non metto limiti alla provvidenza: da buona Acquario sono piuttosto curiosa e mi piace sperimentare cose nuove, lo vivo come arricchimento e ampliamento di me stessa. Ovviamente parlo di situazioni che mi facciano star bene, intraprese con piacere e passione. Il tempo extra è troppo prezioso per dedicarlo a qualcosa che non stia nelle nostre corde
– Sognando in grande, quali obiettivi le piacerebbe raggiungere nella sua carriera di autrice?
Bella domanda a cui è difficile rispondere. Mi piacerebbe essere apprezzata per quello che ho da offrire scrittoriamente al prossimo ma sono anche convinta che impegno e bravura abbiano necessariamente bisogno di piccoli colpi di fortuna. Aiutati che Dio ti aiuta è un gran bell’adagio, ma la realtà è fatta anche della persona giusta incontrata al momento giusto. Sarebbe poco obiettivo pensare che ciò non abbia la sua importanza
– Romanzo, racconto o poesie nel futuro prossimo? Ci può anticipare qualcosa?
Sono una prosatrice convinta e quindi è piuttosto facile indovinare il mio prosieguo di autrice. Per scaramanzia le dico però che questa è un’altra storia di cui le parlerò, se le va, in un secondo momento a cose fatte. Grazie di cuore per questa intervista.