Moda e originalità viaggiano su due binari differenti?

L’indiscutibile fascino della moda, intesa come l’insieme di tendenze che riguardano il campo dell’abbigliamento e degli accessori, dura da sempre, ossia da quando è possibile stabilire la nascita stessa della volontà di seguire determinati stili vestimentari. Essere alla moda significa adottare specifici dress code di massa, quindi vestirsi secondo il trend del momento. L’osservazione che nasce spontaneamente quando si discute di moda verte principalmente sulla sua standardizzazione. Chi la segue, infatti, è solito indossare articoli che appartengono a tantissime altre persone, acquistati in massa, appunto. La definizione stessa di moda ne tradisce così un suo “difetto di fabbrica“, e l’omologazione diviene inevitabile.

Griffe e omologazione

I marchi di abbigliamento, da quelli economici, a quelli di fascia medio-alta, alle maison di lusso, sono tutti pienamente coinvolti nel produrre omologazione, che un po’ rappresenta il rovescio della medaglia per gli imprenditori del settore moda. Se vasti gruppi di persone comprano gli stessi prodotti, il risultato è chiaramente quello di vedere una standardizzazione di quei prodotti, quindi una loro riproducibilità in serie e all’infinito. Se volessimo far viaggiare insieme moda e originalità, sarebbe un’utopia o un processo realizzabile? È questa la domanda che probabilmente si sono poste le diverse case di moda, accettando in qualche modo i limiti del settore, ma allo stesso tempo con la volontà di creare ancora qualcosa di bello. Il concetto di bello nella moda passa attraverso molteplici canoni, la maggior parte dei quali soggettivi, quindi perché non rendere soggettivi anche i trend?

Come superare la standardizzazione di stile?

Soggettività è la parola chiave per distinguersi pur seguendo le tendenze di stile. Soggettività che passa attraverso la personalizzazione, e che i brand mettono in atto soprattutto per gli acquisti online. Negli ultimi anni è emersa, infatti, una predilezione per capi e accessori arricchiti di parole, frasi, disegni, iniziali, stampe, che identificano chi li indossa, rendendo unico quell’articolo. Si chiama calligraphyla tendenza a personalizzare un prodotto di moda, e coinvolge adulti e ragazzi in questa voglia di originalità. I giovani, in particolare, sono disposti a pagare fino al 40% in più quegli abiti e accessori che siano personalizzati, e quindi su misura per loro. I marchi di moda che vengono incontro alla clientela operando per superare la standardizzazione di stile, consentono alla moda e all’originalità di viaggiare sullo stesso binario.

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