Nel 2024 una donna e tre uomini saranno i primi a volare fin dietro la faccia nascosta della Luna, spingendosi più lontano dalla Terra di quanto non abbia mai fatto alcun essere umano. Reid Wiseman sarà il comandante della missione Artemis II, la prima missione con equipaggio del programma lunare Artemis, mentre Victor Glover sarà il pilota. Christina Hammock Koch e Jeremy Hansen saranno i specialisti di missione. I loro nomi sono stati annunciati dal numero uno della NASA, Bill Nelson, nel corso di un evento organizzato presso l’Ellington Field vicino al Johnson Space Center di Houston.
La missione, basata sul successo ottenuto da Artemis I a fine 2022, sarà lanciata non prima del novembre 2024 dal Kennedy Space Center in Florida con il super razzo americano Space Launch System (SLS). Servirà a testare l’affidabilità e la sicurezza della navetta Orion, con il modulo di servizio fornito dall’Agenzia spaziale europea (ESA), in vista dell’allunaggio previsto con la missione Artemis III per il 2025 o 2026.
A bordo, il ruolo di specialista di missione sarà ricoperto da Christina Koch, che nel 2019 ha affrontato una missione sulla Stazione spaziale internazionale (ISS) partecipando alla prima attività extraveicolare tutta al femminile e ha stabilito il record del più lungo volo spaziale di una donna (328 giorni). Il secondo specialista di missione sarà il canadese Jeremy Hansen, che prima di lavorare per l’agenzia spaziale canadese (CSA) è stato un pilota militare. Attualmente lavora con la NASA. Per lui Artemis II sarà la prima missione nello spazio. Victor Glover, astronauta NASA della classe 2013, ricoprirà invece il ruolo di pilota per guidare la capsula Orion intorno alla Luna, forte della sua precedente esperienza di pilota per la missione Crew-1 di SpaceX. Infine, il ruolo di comandante sarà affidato all’americano Reid Wiseman, che nel suo curriculum vanta il comando di una missione di ricerca sottomarina (Neemo21) e un’esperienza a bordo della ISS come ingegnere di volo nel 2014.
La capsula Orion sarà immessa in un’orbita preliminare a circa 2.900 chilometri dalla Terra, poi in un’orbita più alta a circa 74mila chilometri di quota, oltre i satelliti per le comunicazioni e la navigazione GPS: qui avverrà la separazione dallo stadio superiore del razzo SLS. La navetta impiegherà 23 ore e mezza per completare un giro intorno alla Terra, mentre gli astronauti a bordo eseguiranno una serie di test per verificare il funzionamento del vari sistemi di Orion, inclusi quelli per i rendezvous e l’attracco necessari per le missioni successive. Nel frattempo gli ingegneri a Terra controlleranno il funzionamento del sistema di supporto vitale per gli astronauti e verificheranno la capacità di comunicare con Orion attraverso le antenne del Deep Space Network.