La moda dal punto di vista della fashion designer Alessia Fragassi è un mix di idee creative ed originali. Alessia, infatti, si dedica principalmente al rinnovo di abiti e tessuti inutilizzati, i quali grazie al suo estro riprendono vita. Una passione accompagnata da talento e dedizione che molte volte portano la designer di moda a tralasciare le strade convenzionali, per viaggiare con la fantasia, senza porsi limiti, creando e sperimentando nuovi mondi.
Riciclo handmade e su commissione
Gli abiti riciclati da Alessia Fragassi sono tutti rigorosamente handmade e made in Italy, per cui ogni capo è unico nel suo genere e personalizzabile. Sulla sua pagina Instagram è possibile ammirare diverse creazioni, e perché no, contattarla direttamente per riciclare vestiti su commissione. Un sapore di manualità e di ritorno ad un riciclo creativo che si evince anche dalle parole dell’intervista realizzata alla fashion designer Alessia Fragassi.

– Come descrivi la tua cifra stilistica?
Definirei ogni mio lavoro con l’aggettivo “sperimentale”. Si dice che il bello si trovi solitamente nel viaggio e non nella meta, e questo vale anche per il mio lavoro; il bello, infatti, accade nella fase della creazione e dell’assemblaggio, quando decido come procedere, cosa modificare, cosa aggiungere o togliere. Niente è mai scontato, e il risultato finale mi stupisce sempre.
– Sul tuo sito si legge che ti piace essere un po’ anticonformista, spiega cosa intendi.
Mi definisco anticonformista perché non utilizzo libri di modellistica, ho qualche cartamodello base, che all’occorrenza manipolo e stravolgo, sperimentando in continuazione. Il più delle volte creo senza nemmeno l’utilizzo dei cartamodelli, ma avvalendomi di una tecnica chiamata moulage, che permette la creazione di un abito lavorando direttamente sul manichino. Piuttosto che affidarmi a quello che ho studiato, preferisco collaudare personalmente le mie creazioni, cercando di capire dove posso arrivare da sola, con la mia testa e le mie mani.
– Come nasce la tua ispirazione creativa?
La mia fonte di ispirazione è decisamente il tessuto. Per me nasce tutto dall’osservazione e dallo studio della stoffa che ho di fronte; cerco di coglierne il fitting, di intuirne la vestibilità, e di percepire il movimento che se ne ottiene una volta trasformato ed indossato. Ed è proprio da lì che partono le mie idee, che solo successivamente si traducono in schizzi.

– Ritieni che il riciclo di abiti e tessuti possa essere una strada da percorrere per il futuro?
Assolutamente sì. Oggi i nostri armadi strabordano di vestiario inutilizzato, sono spesso capi datati, fuori moda, o che magari non corrispondono alla nostra taglia attuale. Invece di continuare costantemente a comprare, potremmo rinnovare il nostro guardaroba in maniera economica e in poche mosse. Sulla mia pagina mostro regolarmente idee su come riciclare vecchi indumenti, anche non nostri, in capi originali, attuali, e alla moda.
– Il bello nella moda è soggettivo, quali fashion designers apprezzi maggiormente?
Potrei citarne davvero tanti, ma il mio preferito è sicuramente lo stilista libanese Zuhair Murad, un creatore di vere e proprie opere d’arte, a mio avviso. L’utilizzo di tessuti preziosi e dai ricami complessi rende il suo stile unico, così come i suoi riferimenti ad epoche e splendori appartenenti al passato.
– Quali stoffe utilizzi più di frequente?
Mi piace variare, e cerco di utilizzare tessuti sempre differenti per capire cosa posso ottenere esattamente da ognuno di loro. I miei preferiti sono però i tessuti poco rigidi, che scivolano addosso, come la seta, il raso e il cady.
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