Il gioco con le bambole apporta benefici al cervello dei bambini

Mamme, papà, nonni, zii, cugini, e non solo, via il tablet e il cellulare ai piccoli, tornate alle vecchie e sane abitudini coinvolgendo i bambini nei giochi con le bambole! Ebbene sì perchè una ricerca ha dimostrato che il classico passatempo delle bambole apporta benefici sia ai bambini che alle bambine, sfatando dunque errati luoghi comuni che sconsiglierebbero tale gioco ai maschietti.

Nello specifico, la consuetudine di scegliere le bambole per farsi compagnia rafforza le aree del cervello connesse con le competenze sociali e con l’empatia, e ciò avviene anche quando il bambino gioca da solo. Lo rivela uno studio condotto dal famoso marchio Barbie in associazione ad un team di neuroscienziati inglesi.

La tecnica utilizzata nella ricerca

Dal punto di vista pedagogico, giocare con le bambole è sempre stato associato ad una valenza positiva. In questo caso, però, la ricerca presenta una sua originalità in quanto per la prima volta è stata utilizzata una tecnica che prende il nome di neuroimaging, ossia un insieme di tecnologie che permettono di evidenziare la correlazione tra comportamenti e aree cerebrali coinvolte.
Lo studio ha interessato l’Università di Cardiff nel Regno Unito, e ha visto la dottoressa Sarah Gerson coordinare un gruppo di ricercatori del Centro di scienze per lo sviluppo umano di tale università. Grazie all’osservazione con neuroimaging, sono state monitorate le aree cerebrali di 42 bambini, di cui 20 maschi e 22 femmine, di età compresa tra i 4 e gli 8 anni, che avevano a disposizione bambole Barbie. Le situazioni di gioco prevedevano sia il gioco individuale che quello di coppia con le bambole, e lo stesso schema veniva utilizzato per il gioco con il tablet, avendo cura di scegliere attività digitali creative simili a quelle vissute in compagnia delle bambole.

I risultati emersi

Lo studio dell’Università di Cardiff ha rilevato che il gioco con le bambole attiva allo stesso modo nei bambini e nelle bambine il cosiddetto solco temporale superiore (pSTS), ossia un’area del cervello che elabora informazioni sociali, tra cui l’empatia, e tale processo si sviluppa sia che il piccolo stia giocando da solo sia che sia in compagnia. Confrontando le due differenti modalità di gioco, ossia quella con le bambole e quella con il tablet, è emerso inoltre che la zona del cervello coinvolta nelle competenze sociali si attiva in misura inferiore se il bambino gioca in modalità digitale.

Le dichiarazioni della dottoressa Gerson

La dottoressa Sarah Gerson, che ha guidato il team di ricerca, ha così spiegato, con entusiasmo: “Questi dati sono una vera rivelazione. Attiviamo quest’area del cervello quando pensiamo ad altre persone, ed in particolare a ciò che pensano o che provano Le bambole incoraggiano i bambini a creare i loro piccoli mondi immaginari, a differenza di quanto facciano i giochi di risoluzione dei problemi o le costruzioni. Questo tipo di gioco stimola i bambini a pensare alle altre persone e al modo in cui potrebbero interagire tra di loro. Il fatto che il pSTS fosse attivo durante il nostro studio è la prova che il gioco con le bambole aiuti i bambini a sperimentare alcune capacità relazionali di cui avranno bisogno in futuro”.

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