Intervista ad Adelchi & Jes, il duo blues e reggae la cui musica nasce dal cuore

Ruggenti, frizzanti ed energici, proprio come la loro città d’adozione, Bologna. Adelchi & Jes sono il meraviglioso esempio di come la musica permetta di conservare quello spirito libero che spesso manca al giorno d’oggi. Una musica che nasce dal cuore, quella di Cristian Adelchi Garau e Elianna Jes Dakota, quarantenni tutto pepe e blues di origine sarda.
La voce di Adelchi, accompagnata dalle sapienti plettrate di chitarra, si fonde mirabilmente alle linee di basso di Jes e ai suoi cori. Impossibile non esser trasportati subito in un mondo parallelo e rivitalizzante, in cui le tipiche sonorità del blues e del reggae si sporcano di venature rock.
Dopo il disco d’esordio “Music is my desert Island” (2014), ha da poco fatto seguito il loro secondo lavoro di studio, Propaganda e libertà, un album che rende omaggio e onore ai grandi interpreti del passato, dai Police a Bob Marley, per citarne due.
Entrambi i lavori sono autoprodotti, a conferma di quanto questo “duo ribelle”, come amano definirsi, viva la passione per la musica in modo sincero e totalizzante. Abbiamo fatto due chiacchiere con loro, e ne abbiamo scoperte delle belle…

– Benvenuti e complimenti per il vostro ultimo lavoro. Quando è nata la vostra passione per la musica?

Grazie a Voi dell’ospitalità. La passione per la musica è sempre stata presente in noi fin da piccolissimi.
Grazie alla musica i nostri genitori riuscivano a farci addormentare.

– Diteci qualcosa in più sul concerto terapeutico in accordatura AUREA.

Accordiamo il LA degli strumenti a 432 Hz che è un multiplo degli 8 Hz della Risonanza Schumann, frequenza del Pianeta Terra. La musica classica era suonata così. Questa frequenza crea benessere e fa vibrare gli organi interni in armonia con il pianeta terra. Pertanto il concerto suonato a 432 Hz è a tutti gli effetti un concerto terapeutico.

– A marzo è uscito il vostro ultimo lavoro, “Propaganda e libertà.” Innanzitutto, come mai questo titolo?

Innanzi tutto “Propaganda e Libertà” è il titolo di un brano.
È divenuto anche il titolo dell’album man mano che si andava avanti con la registrazione del disco. Bisogna quindi ascoltare il brano per capire fino in fondo il nostro pensiero a riguardo. In sintesi Io faccio una domanda alla “Libertà” chiedendogli sé “Lei” è mai stata qua o è stata solo “Propaganda”.
Per intenderci la nostra “democrazia occidentale” esiste sul serio o anch’essa è sempre e solo stata propaganda?

– Ascoltando le varie tracce, è impossibile non immergersi nelle vostre sonorità che richiamano tanto il blues quanto il reggae, senza dimenticare il rock. Quali sono gli artisti che hanno maggiormente influenzato la vostra produzione?

Più che influenzare la produzione il Reggae ed il Blues hanno influenzato il nostro suono, le nostre vite. Sono in assoluto i genere musicali che noi preferiamo e sentiamo più nostri e con i quali riusciamo ad esprimerci al meglio.
Fondamentalmente il Reggae è il Blues Jamaicano. La struttura base di entrambi i generi è formata dal I – IV – V GRADO.
Per quanto riguarda i testi, se il Blues esprime gioia e dolori del corpo fisico e psichico, sofferenza, duro lavoro, sesso, nel Reggae si aggiunge la protesta sociale, la lotta alla classe dirigente, la promozione di un risveglio spirituale che probabilmente è la soluzione alla sofferenza umana. Questo connubio è per noi magia. Nasce così il Nostro “Reggae n’ Blues Sound”.

– C’è un brano del vostro ultimo lavoro a cui siete particolarmente legati?

In verità ogni brano ha la sua personalità ed esprime un proprio messaggio. Siamo quindi legati a tutti in egual misura.

– Tornando a voi due, cosa fate quando non componete? Quali sono le vostre passioni, oltre alla musica?

ADELCHI
Sono appassionato di Yoga e Filosofia Indiana, Esoterismo e Alchimia, Antiche Civiltà a partire da quella Sarda. Nei ritagli di tempo ho sempre un buon libro con me. 
Naturalmente lo studio della musica è un impegno fisso che va oltre la composizione. 

JES 
Anch’io sono una divoratrice di libri e sempre in cerca di nuova musica da scoprire.
Sono un Artista Marziale, praticante della Disciplina Giapponese Aikido da numerosi anni. Appassionata di Filosofie Orientali, Benessere Psicofisico e di Medicina Naturale. Amante del disegno, della pittura e delle creazioni artistiche. 

– Secondo voi, oltre a comunicare emozioni e ad avvicinare le persone, che potenza ha la musica? Può essere in grado di salvarci, in un certo senso, dal male e dalla sofferenza che ci circondano ormai quotidianamente?

La Musica è un messaggio universale. Non ha bisogno di presentazioni o di bussare ad alcuna porta. Lei arriva e penetra nel conscio e nell’inconscio di chiunque. 
E’ vibrazione, esattamente come lo siamo noi agglomerati di atomi. Quindi la sua potenza è inaudita, sconfinata. 
La musica ci può salvare, ci può guarire. 
Bisogna avere la consapevolezza che tutto è vibrazione. Bisogna utilizzare le frequenze giuste, per esempio suonare a 432Hz, come facciamo noi. 
Bisogna scrivere dei testi importanti per scuotere l’opinione pubblica perché l’artista questo dovrebbe fare. Ricordarsi che molti di quelli che hanno provato a dire qualcosa sono stati silenziati. Lennon, Hendrix, lo stesso Marley, il nostro Rino Gaetano. Nonostante tutto il loro messaggio è ancora vivo. 
Come lo è quello di Giordano Bruno. 
Come lo sarà quello di Julian Assange. 
Quindi vale sempre la pena. 
Siamo qui apposta. 

– Nel titolo del vostro ultimo lavoro compare la parola “libertà.” Cos’è per voi?

La libertà è poter sempre dire che 2+2 fa 4, per dirla alla Orwell, 1984.
Siamo davvero liberi? Lo siamo mai stati? Libertà è poter gestire del proprio tempo e delle proprie energie. Se si diviene consapevoli della propria immortalità, dal momento che siamo spiriti eterni che stanno facendo un esperienza umana sul pianeta Terra, ci si riappropria del tempo e delle nostre energie. 
La libertà è avere l’acqua del tuo pozzo e frutta e verdura del tuo orto. Questa è l’essenza della libertà per noi
.

– Dopo anni di crisi, piano piano pare che le band, gli strumenti e i concerti stiano tornando ai livelli passati, soprattutto come collante sociale. Cosa direste ai ragazzini che si approcciano alla musica?

Diciamo che dopo questi due anni di delirio collettivo, la gente ha voglia di uscire, divertirti e socializzare. E meno male!
La musica è da sempre una sintesi di tutto questo. 
Speriamo si riparta anche per le Band e i progetti minori dando spazio alla musica inedita e di qualità.
Ai ragazzini diremmo di studiare, non smettere mai di credere in se stessi e nei propri sogni. Di utilizzare la musica come strumento di lotta per l’affermazione dei propri e altrui diritti, di riversare tutta la loro creatività, la loro ribellione, la loro rabbia in qualcosa che diventi un messaggio per loro e per gli altri. 
Un volta trovato il proprio “suono”, o genere sul quale appoggiarsi, bisogna avere qualcosa da dire, altrimenti si rischia di doversi “truccare” per scimmiottare qualcun’ altro. 
Insomma, per quanto ci riguarda, la musica non può essere vista e vissuta unicamente come business, bisogna avere la “vocazione”.

– C’è stato un momento in cui avete pensato di non farcela, di mollare tutto?

Per assurdo abbiamo fatto l’esatto contrario. 
Per rimpadronirci del nostro tempo e delle nostre energie abbiamo mollato tutto per vivere di musica. Ci abbiamo sempre creduto, ora più che mai!

– Nel salutarvi e ringraziarvi, un’ultima domanda: c’è una canzone o un artista che vi ha cambiato la vita?

ADELCHI

Ricordo che quando ero molto piccolo cantavo e ballavo le canzoni di Michael Jakson. Di certo ha risvegliato in me l’amore per la musica e il ritmo. 
Per quanto riguarda Jes, ha da sempre amato Bob Marley per la sua voce ed i suoi testi, e Tina Turner per grinta e presenza scenica. 
Per entrambi questi sono praticamente i primi amori musicali. 
Poi abbiamo ascoltato e ascoltiamo un pò di tutto. Abbiamo tante preferenze e subito varie influenze a volte magari senza nemmeno rendercene conto talmente è sottile il discorso Vibrazione/Frequenza. 

Grazie a Voi per questa serie di belle domande. 

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